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Dicono di Noi.

Il Closlieu

8 marzo 2014
Buonasera Ornella, sono Lucia la mamma di Anna , ci siamo conosciute venerdi alla prova del Closlieu, volevo ringraziarti ( scusami mi permetto di darti del tu! ) per la meravigliosa esperienza vissuta: è vero se non si prova non si può capire.Dopo al ritorno a casa, mi tornava in mente il colore e l' immagine del foglio come un immagine riflessa dell' anima, quella che emerge solo quando la mente critica tace e il cuore vola.,senza giudizio....anche la mia bimba era felicissima dell' esperienza. Vorrei chiederti se è possibile anche per me continuare insieme ad Anna e se martedi fosse possibile far provare una piccola amica di Anna. Aspetto tue indicazioni. Grazie e buona Domenica !
Una mamma.


CLOSLIEU

E’ ormai attivo dal mese di febbraio il “Closlieu delle Valli Ossolane”, un’originalissima esperienza formativa, importata da oltralpe nella nostra valle ad opera degli artisti Ornella Pelfini e Alessandro Giozza. Si tratta di un laboratorio di pittura, organizzato a Masera presso “l’Atelier colore libero” della pittrice Pelfini, aperto a persone di ogni età, desiderose di sperimentare il segno e il colore e di giocare con essi. Il nome dell’iniziativa (closlieu) significa semplicemente “luogo chiuso”, in quanto si opera all’interno di una stanza dalle pareti rivestite di pannelli lignei ricoperti con carta da pacchi, al centro della quale è collocata una lunga tavolozza che contiene diciotto diversi colori biologici a tempera e tre pennelli per ciascun colore. In questo ambiente ogni ospite prende un foglio di carta bianca, lo appende in un punto della parete da lui scelto e comincia a dipingere il soggetto che gli affiora alla mente.
Qui la principale regola da seguire consiste nell’ascoltare la propria interiorità, per poi trasporre sul supporto pittorico le idee che salgono in superficie. Semplice? Solo apparentemente. In realtà disegnare e colorare senza condizionamenti è qualcosa di molto complesso, specialmente per le persone –non solo adulti, ma anche bambini- della società attuale, costantemente condizionate da canoni estetici definiti e da una nozione codificata di ciò che è bello e di ciò che è brutto. Pertanto, per frequentare il closlieu è bene dimenticarsi per un momento (l’ora e un quarto della seduta) le norme della pittura di mimesi della realtà e lasciarsi guidare dalle immagini che urgono nell’animo.
Affinchè l’esperienza si svolga nella maniera il più possibile corretta e creativa, vigilano i due maestri, Ornella e Alessandro. Essi assumono un ruolo particolare, quello del Praticien-Servente. A differenza di un insegnante tradizionale, il Praticien non deve dare indicazioni sul soggetto da dipingere o sulla tecnica artstica, e tantomeno esprimere giudizi; bensì ha il compito di facilitare la pratica pittorica aiutando le persone ad usare correttamente gli strumenti per l’attività (colori, pennelli, puntine per appendere i fogli…). Così facendo, il maestro non condiziona, né inibisce la creatività di ciascun “allievo”. Ovviamente, ciò non significa che non esistano regole in un closlieu; semplicemente si tratta di ridurle alle norme basilari della convivenza quotidiana: il rispetto degli altri e il buon uso degli oggetti. Ad esempio si apprende ad aspettare il proprio turno per utilizzare un determinato colore, a tenere in mano correttamente un pennello, a guardare il lavoro altrui senza giudicare. E’ quindi chiaro come l’innovativo laboratorio possa contribuire in modo particolare allo sviluppo equilibrato dei bambini che, dipingendo con assoluta spontaneità e senza competere, non si sentono in dovere di soddisfare le aspettative di qualcuno, ma lavorano per il piacere intimo di creare qualcosa, qualsiasi cosa, con la propria capacità inventiva, attraverso l’uso dei colori.
E’ uno spazio magico quello organizzato da Ornella Pelfini e Alessandro Giozza. “Magico” nel senso più semplice del termine: uno spazio in cui la fantasia non è imbrigliata dalle tante questioni della vita di tutti i giorni, ma può liberamente manifestarsi attraverso segni e colori; uno spazio in cui, essendo bandito ogni condizionante giudizio estetico, si riesce a sperimentare l’armonia della spontaneità creativa.

        Anna Brambati
22 aprile 2014

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